Friendly Fire

In questo punto della missione si svolsero alcuni dei combattimenti pi∙ duri che abbia mai dovuto affrontare. Dovetti combattere sia contro gli alieni che contro quei maledetti delle Operazioni in Nero, gli agenti, e fui costretto a ricorrere a tutto l'aiuto possibile. Non persi tempo a combattere se non strettamente necessario: come ho giα detto, le munizioni erano davvero poche, e vitali.

Appena si apr∞ la porta dell'ascensore i miei uscirono di corsa e attaccarono gli alieni nella stanza. Mi resi conto, cinicamente, che uno dei due poteva anche morire negli scontri, ma che era essenziale per uscire da quell'inferno che il tipo con la fiamma ossidrica portasse a casa le chiappe. Egli, infatti, mentre noi eravamo presi dal combattimento, si diede da fare per aprire la porta blindata dietro di noi.

Sgomberata la zona, lo seguimmo. Entrai nella costruzione alle mie spalle e presi delle armi, lasciando (temporaneamente) l∞ il soldato ferito. Salii le scale, entrai nell'ufficio sulla destra, uccisi i visitatori alieni e presi munizioni e curativi. Lasciai l'ufficio prendendo la porta a destra. Camminando piano, sentii teletrasportarsi degli alieni. Senza farmi spaventare, li freddai rapidamente. Rientrai nella stanza, e un grunt con un altro alieno comparvero all'improvviso: li uccisi entrambi. Andai nella sala riunioni a destra, ammazzai tutti. Una volta dentro, il muro alla mia sinistra esplose e un altro schiavo alieno fece la sua comparsa, assai breve invero, nel nostro mondo.
Mi infilai nel pertugio e uccisi gli altri alieni; a quel punto presi la porta sulla destra. Notai una fessura nel muro: mi ci infilai e utilizzai i tubi per salire di un piano. Raccolta la power cell, abbandonata vicino al cadavere di uno scienziato, saltai dall'altra parte e salii la scala. Passai il ponte e girai a sinistra.

Di fronte a me vidi una piscina piena di scorie tossiche, e dall'altra parte un brutto alieno vicino a delle casse esplosive. Colpite le une, mi liberai dell'altro. Sfruttando gli insegnamenti del corso di addestramento, saltai con agilitα da una fune all'altra fino all'altra estremitα del ponte interrotto, cercando di non toccare i fili elettrici. Trovai altri proiettili nelle casse.
Salii sul piccolo ascensore: trovai altre munizioni, e feci fuori un cagnolino. Mi attaccai alla radio, e l'unica cosa che riuscii a sentire era che i miei erano sotto il fuoco nemico (ma quale?). Preseguii per la rampa a destra e uccisi altri cuccioli di cane. Arrampicandomi sulle strutture uscii all'aperto e parlai con un marine, un medico. Mi feci curare, dopodichΦ mi diressi nel tubo spezzato, a destra: rotta la grata trovai uno strano missile.

Andai a sinistra, e dovetti vedermela con alcuni agenti delle operazioni in nero: gente tosta, difficile da mandar gi∙.
Mi diressi verso il missile, feci fuori un altro agente segreto cogliendolo alle spalle. Cercai nelle casse e mi diressi a sinistra: mi nascosi dietro il camion scagliando delle granate nella zona coperta di sinistra, eliminando gli altri due o tre agenti. Tornai dal medico a farmi rimettere un po' in sesto; insieme ritornammo nel palazzo, e aprimmo la porta a sinistra premendo l'apposito bottone. Il medico cur≥ il marine ferito,mentre io mi occupavo della mitragliatrice automatica.

Un marine non lascia mai indietro un compagno ferito...


Aprii la porta e ordinai al dottore e al ritrovato commilitone di seguirmi. Li condussi fuori, proprio dove si trovava la porta sigillata di cui parlava il dottore; l'altro soldato la apr∞ senza problemi, ma venne ucciso dalla mitraglietta automatica che si trovava dall'altra parte...
Dannazione!
La feci saltare in aria, e incontrai altri soldati.

Ordinai loro di seguirmi, conscio che mi sarebbe servito il loro aiuto, eccome. La faccenda cominciava a farsi davvero pericolosa...
Incontrammo infatti parecchi uomini in nero, tutti estremamente letali. I miei si occuparono di coprire la parte sinistra, mentre io sgomberai la destra. Alla fine ce la cavammo tutti senza troppi danni.
Salii le scale e tirai la leva, in modo che la porta dietro di me si aprisse. Vi entrai e mi diressi a sinistra, in una nuova stanza. A sinistra, un pertugio nascondeva armi e curativi. Pi∙ avanti, invece, altri agenti delle Black Ops.

Muovendomi cautamente insieme ai miei uomini abbiamo ripulito elegantemente la zona. Raccolte munizioni, armatura e medicinali presi le scale. Tirai la leva e ritornai sui binari. Presi posizione sul carrello e lo guidai all'indietro fino allo scambio. Colpii con un colpo di pistola il cartello, e potei quindi, col carrello, svoltare a destra.

Continuai a guidare fino a incontrare un altro nemico sulla sinistra. Lo feci fuori e saltai nella stanza passando dalla finestra. Raccolsi tutte le armi che c'erano dentro e usai la piccola scatola per salite sul tubo. Lo seguii, ruppi la grata sulla destra, e vi entrai.

Capitolo 5: We're not alone